Abitare

Abitare

Su richiesta sabato è partito un nuovo atelier di scrittura presso la biblioteca di Vergato. Visi conosciuti mescolati a sguardi mai visti, voci soffuse nell’ampio salone e quello stato di  leggera tensione che accompagna un nuovo inizio. 

La tensione si è sciolta con un breve giro di carte da viaggio. 

Tema dell’incontro i luoghi dell’abitare, i luoghi del ricordare. 

Tempo fa ho letto che il mondo degli oggetti presenti nelle stanze di una abitazione contengono così tanti frammenti di ricordi da far diventare la casa un luogo d’elezione per la memoria. 

Ho esteso il concetto di casa allo spazio circostante: il giardino, la via, il paese, il quartiere. Abbiamo giocato con le parole irriverenti di Perec, con l’ironia di Buzzati e l’amore di Caproni per la città di Genova. Poi lo spazio silenzioso della scrittura, il caldo applauso ad ogni lettura, l’uscita con in testa la voglia di rincontrarsi.

Di tutti riporto il testo di Carla, il suo amore tossico per una città, la sua città:

MI piacerebbe vivere al mare, almeno così credo. Fantastico sulla solitudine del mare d’inverno, le
passeggiate che potrei fare sulla battigia, seguendo con lo sguardo il ritmo dell’acqua che avenza e si
ritrae, cercando dino bagnarmi i piedi. Il mare come possibilità di fuga dello sguardo, l’orizzonte infinito ,
ma ben ancorata a terra.
Mi piacerebbe vivere anche in montagna, cirdondata da cime dhe chiudono, proteggono, delimitano,
circoscrivono, Cime da scalare, da raggiungere, boschi infiniti abitati vite presenti ma sconsociute, funghi
alberi muffe, codici sotterranei e comunicazioni aliene,
Montagnoa come rifugio dell’anima, una tazza di the davanti a un camino, immagine bucolica da
cartolina.
Ma vivo in città e non ne riesco a fare a meno.
La mia città, sporca e puzzolente, gas di scarico di auto inquinanti, ma animata e viva, ogni strada un
ricordo, un’altra vita sovrapposta a quella di oggi, stratificazione di affetti.

Test stimolo dell’atelier:

Georges Perec, A proposito di quanto sia difficile immaginare una città ideale

Dino Buzzati, La casa ideale

Giorgio Caproni, Litania
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Risorse:

A. Chiantera, E. Cocever, C. Giunta (2017), Il laboratorio di scrittura a scuola. Percorsi didattici per la primaria, Carrocci, Roma.
A. Montagna, (2011), Vivere nella contemporaneità. Luoghi dell’abitare e luoghi del ricordare in Tempo e lavoro nell’era della tecnica, Verba e Scripta, Pavia. A. Bonora, P. Senni, (2002), Un micro-teatro per la scrittura, TEMI spa, San Lazzaro di Savena. E. Bing (1977), Ho nuotato fino alla riga. Bambini alla conquista della scrittura, Feltrinelli, Milano.



5 thoughts on “Abitare”

  • Leggere questo testo ha fatto vibrare qualcosa dentro di me.
    Anche io sento spesso il bisogno di andare al mare, ma forse è solo un modo per tornare a me stessa.
    Il mare non fa domande, ascolta e basta.
    Il silenzio d’inverno, quella solitudine grigia… è la stessa che sento dentro.
    È lì che posso essere davvero me stessa, senza dover sembrare forte.
    È come se il mare lavasse con dolcezza la mia fragilità.
    E poi lascia dentro di me una brezza di speranza.
    Forse per questo non vado al mare per fuggire, ma per ritrovarmi.

    Con affetto,
    la mia musa ispiratrice è il cuore.

  • Mi piacerebbe vivere tra gli scogli, cullata dal fruscio incessante dell’acqua, avvolta dalla brezza leggera che sfiora la pelle come una carezza, immersa nella luce dorata del sole che danza sul mare.
    Mi piacerebbe abitare nei miei sogni, dove tutto è ancora possibile, dove le persone e le cose dimorano intatte, ferme nel tempo, esattamente lì dove le avevo lasciate.

  • Leggendo questo testo,ho capito che,non sono l’unica a ritrovarmi nella bellezza del mare e nella natura della montagna.Quando penso al mare,mi sento libera e spensierata data la serenità e pace che mi trasmettono le onde .
    .Per la montagna invece,penso che,se ci dovessi andare a vivere un giorno, la mia anima si connetterebbe con ciò che dio ha creato in questa vita.

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