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Ricetta nr. 2: Sono nato, il mio nome

Ricetta nr. 2: Sono nato, il mio nome

Iniziamo quindi a parlare di noi, da lontano, dalla giusta distanza, rievocando che cosa ci è stato tramandato del nostro nascere, del nostro apparire. Ingredienti: fogli, matite, il nostro quadernino ingiallito, un dizionario, un po’ di calma e serenità; tre testi: “Sono nato” di George 

Le palline di carta accartocciate

Le palline di carta accartocciate

La prima attività è piaciuta. L’ho percepito dalla partecipazione, dall’interesse, dall’osare la lettura del proprio testo di fronte ad un pubblico. Ci siamo lasciati con una piccola riflessione e un piccolo compito, quello di tenere traccia del proprio pensiero su due temi che sono inscindibili nel nostro percorso: Cosa vuoi leggere nei prossimi incontri? Di cosa vuoi scrivere?

Ricetta n.1: Mi piace, non mi piace

Ricetta n.1: Mi piace, non mi piace

Non so dove mi porterà e ci porterà questo atelier di scrittura. Vorrei che fosse l’occasione per avvicinarsi gradualmente, in maniera dolce e rispettosa, verso la descrizione, la narrazione, l’argomentazione, la poeticità.

Modelli

Modelli

Tutta la mia vita professionale è scandita da incontri fortunati, pieni, stimolanti. Una rete soprattutto al femminile che quotidianamente mi innerva di energia.

Atelier, che strana parola

Atelier, che strana parola

Ho avuto la fortuna di conoscere Paolo Senni Guidotti Magnani e Loredana D’Emelio, preside e professoressa in pensione e frequentatori di Badi, il mio paesino montano. Fra una cosa e l’altra, abbiamo sempre parlato di scrittura.

Lavorare stanca, fortunatamente…

Lavorare stanca, fortunatamente…

Progettare è complicatissimo, ma nello stesso tempo è una delle esperienze di senso del lavoro da insegnante. È un subbuglio emotivo, che accompagna le giornate, che fa vivere sospesi tra il contingente e un altrove per certi versi impalpabile. È uno stato di eccitazione, un 

Pensieri (di altri)

Pensieri (di altri)

L’essenziale è che il ragazzo abbia fin dall’inizio il sentimento delle sue ricchezze senza posa alla portata del suo slancio.

Ci piace scrivere?

Ci piace scrivere?

In classe abbiamo discusso molto degli esiti del primo sondaggio sui gusti e le abitudini di lettura. I testi sacri continuano ad avere il loro fascino, non lo avrei mai immaginato.

Lettura in classe

Lettura in classe

una scuola fatta di studentesse e studenti preparati, interessati a capire la società di arrivo, a confrontare e a far dialogare il qui (il nuovo mondo) e l’altrove (il mondo di provenienza con tutti i suoi colori, i suoi odori, le stabilità, le persistenze, le contraddizioni).

Prima di iniziare

Prima di iniziare

Ho deciso di iniziare a scrivere questi semplici appunti per tenere traccia degli esiti, degli inciampi, delle riflessioni che stanno accompagnando un laboratorio di scrittura creativa e collaborativa proposto ai miei studenti del Primo Periodo didattico. Quando avevo presentato l’idea in classe, alcuni studenti più baldanzosi si erano subito mostrati entusiasti, mentre altri, soprattutto donne e giovanissimi iscritti, mi avevano guardato di sottecchi con sguardi un po’ perplessi. In quegli occhioni neri si scorgeva un misto di paura e disagio. Era comprensibile, forse mi sarei spaventato anch’io se a un corso di una lingua lontana, come il birmano o l’islandese, mi avessero parlato di scrittura collaborativa! Quindi, dopo l’iniziale azzardo, ho deciso di prenderla molto alla larga, partendo da temi più concreti e familiari.