Il gioco I.D.E.A. Linguaggi professionali e altre proposte per affrontare la lingua per scopi professionali con adulti

Il gioco I.D.E.A. Linguaggi professionali e altre proposte per affrontare la lingua per scopi professionali con adulti
  1. Il gioco I.D.E.A. Linguaggi professionali

Il gioco I.D.E.A. Linguaggi professionali è l’esito del lavoro di un’équipe di insegnanti, formatori e operatori che si occupano dell’insegnamento dell’Italiano L2 in contesti migratori[1]. Si tratta dell’espansione del gioco I.D.E.A. (fare link al post precedente) arricchito di 4 nuovi piani di gioco: Cura della persona, Patente, Ristorazione e caffetteria, Sicurezza sul lavoro. La scelta dei 4 ambiti specialistici è scaturita dalla raccolta dei bisogni linguistici segnalati dai CPIA, dai centri professionali e dall’associazionismo che in questi anni hanno utilizzato il gioco I.D.E.A. all’interno dei propri percorsi di italiano L2[2].

Nel dettaglio, l’ambito Cura delle persone  si rivolge alle figure professionali coinvolte nell’aiuto alle persone come badanti e assistenti OSS; l’ambito Patente coinvolge adulti e giovani stranieri che si apprestano allo studio dei contenuti previsti nei corsi di scuola guida; l’ambito Ristorazione e caffetteria va a sostegno di coloro che  sono interessati a uno sbocco professionale che appare tra i più richiesti dal mercato; l‘ambito Sicurezza sul lavoro, appare come un affiancamento a una formazione che è obbligatoria per tutti i settori professionali.

La selezione dei materiali del gioco è l’esito dell’analisi dei documenti e dei testi che circolano maggiormente nei percorsi di studio dedicati a questi ambiti: manuali, quiz, dispense, audit di studenti e insegnanti. L’intento è quello di creare un ponte tra l’utilizzo della lingua in situazioni di comunicazione di base e la capacità di usare la lingua con precisione e efficacia in contesti specifici e specialistici. È un ponte necessario perché, come dimostrano tante analisi di casi e filoni di ricerca linguistica, questo è un passaggio che richiede un accompagnamento e un orientamento mirati. Ogni ambito specialistico ha lessico e strutture linguistiche complesse ricorrenti, trasparenti, uniche e univoche per il significato che intendono trasmettere all’interno del singolo contesto di utilizzo.

Quando si parla di linguaggi professionali, facendo riferimento al QCER, il livello richiesto di competenza linguistico-comunicativo adeguato dovrebbe essere almeno di un A2+ o B1. In realtà le classi appaiono sempre più eterogenee, con presenza di adulti e giovani adulti che hanno spesso appreso l’italiano spontaneamente  in contesti non formali (luoghi di lavoro, reti sociali      e non percorsi scolastici) e per questi si rende necessario adeguare e adattare il materiale didattico sia  fornire una pluralità di approcci che rendano  la classe un ambiente inclusivo.

Ecco quindi che la flessibilità dello strumento (mazzi di carte con parole o icone) e l’approccio metodologico (forte attenzione all’interazione orale e alla cooperazione di gruppo con messa in valore delle competenze e strategie individuali) rendono I.D.E.A. una grande risorsa per gli insegnanti.

 2. Come si gioca

Sulla base del gruppo/classe l’insegnante può decidere che il gioco si svolga individualmente (consigliabile per piccoli gruppi di max 6 persone)  o a gruppi (consigliabile non formare gruppi numerosi, ma più gruppi composti da 2 – 4 persone).

Come per il gioco I.D.E.A., i giocatori lanciano il dado e avanzano con la propria pedina del numero di caselle corrispondenti. Le opzioni possibili sono: casella “carte”, casella “interazione strategica”, casella “icona”.

Caso n.°1. La casella corrisponde a “carte”. A seconda della plancia di gioco, il giocatore può pescare una o più carte lessico necessarie per formulare una frase di senso oppure una carta quiz a cui l’apprendente deve dare risposta.

Caso n.° 2. La casella corrisponde a “icona” e contiene segnali e icone relative all’ambito di gioco. Viene dato un tempo (circa 1 minuto) per dire tutto quello che si sa rispetto al segnale.

Caso n.° 3. La casella corrisponde a “interazione strategica”.  Si tratta di carte che portano l’attenzione sull’efficacia della comunicazione in situazioni di conflitto, cui segue una riflessione sui comportamenti corretti e sulle procedure da mettere in atto in specifiche occasioni. In coppia, due studenti assumono il ruolo dei personaggi e recitano le interazioni. Il giocatore A sceglie una carta dal mazzo comune dell’ambito “interazione strategica” in suo possesso – ciascuna carta del primo mazzo ha una carta corrispondente nel mazzo in mano all’insegnante, contenente le istruzioni dell’interazione strategica. I giocatori A e B non conoscono la consegna dell’altro e devono entrambi recitare ruoli che sono in conflitto tra di loro e ciascuno deve trovare le strategie linguistiche e pragmatiche per sostenere le proprie ra gioni.

3. La didattica ludica nell’insegnamento dell’italiano lingua per o studio

Il gioco IDEA si pone nel solco della glottodidattica Umanistico-Affettiva da cui deriva la metodologia ludica. Ricerche sul campo hanno ormai da tempo mostrato come le attività ludiche possano favorire l’apprendimento, anche quello linguistico. Come nella versione madre – il gioco I.D.E.A. –  il gioco fa leva su tre motori propulsivi: creatività, piacere e motivazione. Il gioco permette così di imparare, consolidare conoscenze e norme degli ambiti professionali e di approfondire gli elementi di cultura italiana. Sollecita inoltre il ricorso alla pragmatica della lingua, spingendo l’apprendente a comunicare in modo adeguato rispetto alla situazione.

4. Proposte ludiche per affrontare la lingua specifica del lavoro

Gli ambiti di IDEA richiamano temi e strutture ricorrente nella lingua per scopi specifici come il lavoro. Già da tempo Loescher ha evidenziato nelle proprie proposte editoriali, anche con un numero dedicato dei Quaderni della Ricerca[3], la necessità di dedicare attenzione a questo tema. Essere in grado di comunicare in italiano generico, non significa necessariamente avere una capacità linguistica adatta per affrontare le richieste del mondo professionale, di qui la necessità di costruire e definire sillabi linguistici che richiamino i contesti lavorativi e di definire materiali di insegnamento adeguati ai bisogni comunicativi degli ambiti professionali in cui gli apprendenti si troveranno ad agire[4].

Il corso di Italiano Pari e dispari per adulti in classi ad abilità differenziate, già dal volume A2 e ancor più nel volume B1, dedica ampie attività alla lingua per scopi specifici come quella professionale, anche attraverso attività cooperative e ludiche che permettano agli studenti di valorizzare il protagonismo degli studenti e di far emergere anche competenze maturate in contesti non formali.

5. Che lavoro fai? (A2)

L’esempio che segue, tratto dal volume Pari e Dispari A2, fa parte dell’unità Il mio lavoro … i cui obiettivi principali sono quelli di comprendere brevi indicazioni in ambito professionale, descrivere in modo semplice il proprio ambiente lavorativo disponendo di un repertorio lessicale di base.

Modalità di gioco:

Dividetevi in squadre. A turno, un componente di ogni squadra pesca una carta dove è scritto il nome di un lavoro: deve mimarlo per farlo indovinare alla sua squadra.

Ognuno ha a disposizione al massimo cinque minuti per fare indovinare il nome del lavoro. Vince la squadra che indovina più lavori.

 

 

 

6. Il colloquio di lavoro (B1)

L’esempio che segue, tratto dal volume Pari e Dispari B1, fa parte dell’unità Lavoro e servizi… il cui obiettivo principale è quello di affrontare e sviluppare/consolidare le strutture linguistiche necessarie per affrontare il dominio professionale, e in particolar modo la gestione del colloquio di lavoro.

Modalità di gioco:

La classe si divide in coppie. In ogni coppia uno studente pesca una carta identità e l’altro pesca una carta professione. Il docente sceglie una coppia: entrambi leggono ad alta voce il proprio cartellino e cominciano il colloquio di lavoro. Chi ha la carta identità deve proporsi per la professione che possiede il suo compagno e convincerlo a farsi assumere raccontando chi è e che cosa sa fare. Chi ha la carta professione deve fare domande per capire se la persona è adatta al posto. Al termine, la classe decide se chi ha la carta identità è stato convincente.        Può essere utile registrare l’audio o videoregistrare la simulazione in modo da riflettere successivamente sulle strutture utilizzate, ma anche sulla presenza o meno di componenti non verbali (postura, gestualità, sguardo, espressioni del volto, prossemica), che spesso possono creare maggiori fraintendimenti proprio perché i “codici” sono spesso privati e interpretabili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per approfondire

  • Didattica ludica e Italiano L2:

Caon F. (2006), Le plaisir, Le plaisir dans l’apprentissage des langues. Un définition méthodologique, Guerra, Perugia, 2006 (qui il link).

Caon F. (a cura di), Insegnare italiano nella classe ad abilità differenziate, Guerra, Perugia, 2006.

Caon F., Rutka S., La lingua in gioco. Attività ludiche per l’insegnamento dell’italiano L2, Guerra, Perugia, 2002.

D’Andreatta P., Il gioco nella didattica interculturale, Emi, Bologna, 1999

  • Lingua e lavoro
  1. Braddel M. Grunhage-Monetti (a cura di) (2018), Lingua e lavoro. Torino: Loescher

AA.VV. (2001), LIFOP – Lingua italiana per la formazione professionale. In Quaderni di Percorsi. Rivista di Educazione degli adulti.

  • Gioco IDEA Linguaggi professionale

Borri A., Masiero G., I.D.E.A: interazioni dialogiche e affini. una proposta di didattica ludica in classi eterogenee di adulti, in Italiano LinguaDue, n. 2. 2017.

https://www.researchgate.net/…/354702623_Italiano…

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[1] Il gioco I.D.E.A è stato realizzato da A. Borri A., D’Alessandro M.G., Masiero G., T. Pasqualini.

[2] Il prodotto è stato realizzato da Cefal Emilia Romagna (Società Cooperativa Europea Formazione Aggiornamento Lavoratori) nel 2022 nell’ambito del progetto FAMI 2250 “Conoscenze. Il prodotto è stato realizzato da Cefal Emilia Romagna (Società Cooperativa Europea Formazione Aggiornamento Lavoratori) nel 2022 nell’ambito del progetto FAMI 2250 “Conoscenze.

Per richiedere una copia gratuita e dare disponibilità ad un eventuale incontro informativo/formativo sull’utilizzo dei materiali è possibile contattare Maria Grazia D’Alessandro (CEFAL Emilia Romagna) mgdalessandro@cefal.it

[3] A. Braddel  M. Grunhage-Monetti (a cura di) (2018), Lingua e lavoro. Torino: Loescher

[4] AA.VV. (2001), LIFOP – Lingua italiana per la formazione professionale. In Quaderni di Percorsi. Rivista di Educazione degli adulti.