Praticare la cittadinanza – Panchina dei diritti Via Giacomo Matteotti

Oggi è stata l’occasione per presentare tre panchine realizzate dagli studenti del CPIA Montagna, dedicate ai temi della pace, della difesa dei diritti fondamentali e del lavoro. Si è trattato di uno degli esiti di un progetto più ampio, reso possibile dalla sinergia tra l’Ente di Formazione Cefal e il CPIA Montagna. Si è trattato di un progetto a cui abbiamo creduto fin dall’inizio e che ha permesso ai nuovi cittadini – donne, uomini e giovani africani, indiani, kosovari, sudamericani – che abitano sempre più i borghi e i villaggi dell’Appennino, di avvicinarsi al territorio. Penso che questa sia una chiave fondamentale per accompagnare un processo che, al di là delle retoriche, è inevitabile e foriero di novità e arricchimento. E dato che siamo anche quello che leggiamo, ora più che mai mi risuonano le parole che sentii ad un convegno organizzato a Bologna da Rosa Pugliese. In quell’occasione Osler ricordò a chi era lì che il concetto di cittadinanza, non può essere circoscritto al solo status giuridico o alla conoscenza sterile di norme ed istituzioni, ma che deve essere percepito in senso lato come «sentimento» di appartenenza a una data comunità e come «pratica». Il processo di costruzione di società, in cui persone di diversa provenienza possono vivere insieme e comprendersi a vicenda, rende esplicito lo scopo dell’insegnamento in contesti multiculturali: il senso di appartenenza si rafforza praticando la cittadinanza e facendo esperienze concrete di impegno e condivisione, che possono essere introdotte e affrontate in classe, principi che abbiamo ritrovato nella “pedagogia di cantiere” a cui questo progetto si è richiamato.
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