La volpe era già il cacciatore

La volpe era già il cacciatore

Leggere Herta Muller è sempre una sfida, un gioco fino all’ultima parola, un puzzle la cui trama sottile è compresa nell’ultima tessera. Raccontare la dittatura di Ceausescu, forse metafora delle grandi dittature di ogni colore del ‘900, attraverso immagini stranianti, pezzi di vita sfilacciati, tormentati, sempre ritratti nel grigiore quotidiano, è la grandezza della prosa di Muller, una prosa che procede per illuminazioni, mai lineare, sempre aperta. Il grande Danubio, la vegetazione, ogni aspetto animato e inanimato diventano manifestazione del meccanismo persecutorio congegnato dal regime, come se davvero ogni aspetto appartenesse a quell’apparato di controllo che ha terrorizzato milioni di persone per decenni.



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