Mese: Marzo 2020

Ricetta n. 8 – Eredità

Ricetta n. 8 – Eredità

L’atelier di scrittura è immaginato e strutturato con tre dimensioni: quella delle funzioni linguistiche (personale, descrittiva, argomentativa e poetica), quella della progressione (dal semplice al complesso, dal concreto all’astratto, dal vicino al lontano), quella della struttura concettuale (dal reale alla fiction).

Ricetta n. 7 Alcune delle cose che dovrei pur fare prima di morire

Ricetta n. 7 Alcune delle cose che dovrei pur fare prima di morire

La gradualità è uno dei princìpi cardine sostenuti da Elisabeth Bing nell’organizzazione degli atelier di scrittura. Si parte da testi con una struttura semplice, come liste ed elenchi (Mi piace non mi piace, Cose che odio, Chi sono?, Possibilità, Credo) che permettono davvero di prendere confidenza con la scrittura. Decido di chiudere questa prima fase partendo dalla lettura e dalla discussione del testo di George Perec, Alcune delle cose che dovrei pur fare prima di morire.

Ricetta n. 6 Vivere

Ricetta n. 6 Vivere

L’ultima lezione è stata interrotta più volte da domande sull’emergenza sanitaria.
Al termine dell’incontro ha preso la parola Precious, una ragazza nigeriana che ha sempre rallegrato le lezioni con il suo sorriso e la sua tenacia. Mi ha chiesto di parlare di vita, non di morte.

Ricetta n. 0 Ricominciare

Ricetta n. 0 Ricominciare

timori si sono concretizzati: per arginare l’espansione dei contagi da Covid-19, è stata fermata e proibita ogni attività formativa, ludica e di socializzazione.
Siamo tutti attoniti. Insieme ai colleghi ipotizziamo nuovi scenari d’azione, discutiamo per ore su come proseguire le attività e su che taglio dare alle progettazioni che avevamo ideato per la didattica in classe. Anche gli studenti vivono in un limbo, ma ciò che desiderano di più è non perdersi e continuare a sentirsi, anche con un semplice messaggio o un colpo di telefono. Nei giorni scorsi ho preso coraggio e ho chiamato i partecipanti all’atelier di scrittura, per decidere se abbandonare tutto o invece provare a continuare, senza carta, senza i nostri quaderni volanti, senza la fisicità della nostra presenza, senza gli applausi.