Ricetta n. 5 Paure

Ricetta n. 5 Paure
[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_column_text] Le letture incontrate ci hanno permesso di confrontare storie, biografie diverse, sensazioni e preferenze. Ma siamo solo una serie di fatti, di accadimenti? C’è una lettura a cui sono particolarmente legato che io e Lisa abbiamo deciso quasi immediatamente di inserire nella nostra antologia e che ripropongo ogni volta che inizio un corso. Si tratta del testo di Daniel Pennac, Paure. In “Storia di un corpo”, Pennac rievoca l’incontro – scontro tra il protagonista e il proprio corpo, un dialogo che continuerà per tutta la vita al grido: “Non avrò più paura, Non avrò più paura, Non avrò più paura, Non avrò più paura, Non avrò mai più paura”. Si tratta di un diario, di un viaggio che il protagonista fa con ciò che resta sempre con noi: il nostro corpo. Si tratta di un diario, di un viaggio che il protagonista fa con ciò che resta sempre con noi: il nostro corpo. È la raccolta di ogni trasformazione non solo fisica, ma anche emotiva e spirituale che accompagna il protagonista. Prima di arrivare qui costruisco con i miei studenti una rete di ragno, un insieme di parole intorno al tema Che cosa delinea una persona? Un individuo? Gli esiti della discussione li riassume una mappa disegnata per me dalla mia collega Carmen che riesce a rendere interessanti anche gli appunti di un verbale scolastico o una lista della spesa. Ingredienti: fogli, matite, una LIM utilissima per cercare immagini di parole talvolta difficili, un po’ di agitazione e il testo “Paure” in una versione ridotta. Leggiamo, discutiamo insieme della struttura, c’è chi ride a certi passaggi, chi annuisce, chi dice di aver provato le stesse sensazioni, chi afferma di non aver mai avuto paura. Tutti quanti scrivono, molti decidono di segnare uno spartiacque fra l’età dell’infanzia e quella di oggi, l’adolescenza e l’adultità. A differenza di altri testi, qui i tempi si allungano, brevi testi, pensati, riflettuti. Nessuno ha il coraggio di iniziare a leggere, così lo faccio io e poi a ruota, timidamente, altri mi seguono. Scrive I., un ragazzo sedicenne: Ho paura dei ragni, in generale di tutti gli insetti. Non riesco a superare questa paura e chiamo mio padre ogni volta per risolvere la faccenda. Ho paura di affogare nel mare, nonostante sappia nuotare. Ho paura delle presenze paranormali e per superarla dico a me stesso che non sono cose reali. Ho paura del futuro e per per questo vivo intensamente ogni momento del mio presente. Segue Reda: Da piccolo: Avevo paura del dolore perchè mi ammalavo spesso Avevo paura di perdere mia madre perché ha sacrificato così tanto per me Avevo paura di andare a scuola perchè non mi piaceva studiare Avevo paura di stare da solo a casa perché temevo di incontrare strane persone di cui avevo sentito parlare Avevo paura dei serpenti perché spesso giravano intorno a casa mia Ora: Ho paura delle altezze perché sono caduto dalle scale Ho paura di Dio Ho paura del futuro perché il mondo è diventato caotico Ho paura di perdere mia madre figura a cui sono legato Ho paura delle povertà perché la povertà ti priva di tante cose Prende la parole poi una ragazza nigeriana che in una litanie scandisce:          Paura del buio Paura della gente aggressiva Paura del fuoco Paura dell’ acqua Paura di sbagliare Paura di soffrire Paura degli animali selvatici Paura di ingrassare Paura di perdere il lavoro Paura di non trovare un altro lavoro Paura di rimanere sola senza i miei genitori Paura di guidare sulla neve Infine chiude la sessione un ragazzo che ha attraversato il mare, che legge il proprio testo scritto su un pezzo di carta con voce grossa, il respiro trattenuto: Ecco l’elenco delle mie paure Paura di tornare indietro Paura di camminare per giorni e giorni senza sosta Paura di incontrare gente cattiva paura di chiedere aiuto a gente sbagliata Paura la sera che siamo partiti Paura non dell’acqua, ma del suo colore nero Paura di sbagliare qui e di non riuscire Paura di non poter far venire mia madre e mio fratello Paura di avere paura [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_separator type=”normal”][/vc_column][/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_single_image image=”1227″ img_size=”full” alignment=”center” qode_css_animation=””][/vc_column][/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_separator type=”normal” color=”#bababa” thickness=”2″][/vc_column][/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_column_text] Curiosità: D. Pennac, Storia di un corpo, Feltrinelli, 2012 L. Bentini, A. Borri, Leggere per scrivere, Loescher, 2016 [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]


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