Ricetta n. 4 Possibilità

Ricetta n. 4 Possibilità
[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_column_text] Sono giornate strane, si rincorrono notizie di una possibile chiusura della scuola a causa del nuovo e temibile Coronavirus. Anche il laboratorio ne risente, una parte del tempo dedicato agli esperimenti di scrittura è attraversato da domande, paure, perplessità. Nonostante tutto, negli ultimi incontri ho letto in classe altri testi letterari che hanno strutture ben definite, ridondanti. La struttura della lista, spesso priva di costruzioni sintattiche, funziona e risulta immediatamente percepibile, come un aggancio e una possibilità per tutti di lasciare una traccia, soprattutto per chi ha un rapporto complicato con la scrittura. Ingredienti: fogli, matite, una LIM, una foto della poetessa Wislawa Szymborska,  tanta tranquillità e il testo “Possibilità” in una versione ridotta. Preferisco il cinema. Preferisco i gatti. Preferisco le querce sul fiume Warta. Preferisco Dickens a Dostoevskij. Preferisco me che vuol bene alla gente, a me che ama l’umanità. Preferisco avere sottomano ago e filo. Preferisco il colore verde. Preferisco le eccezioni. Preferisco uscire prima. Preferisco parlar d’altro con i medici. Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine. Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie. Preferisco i cani con la coda non tagliata. Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri. Preferisco i cassetti. Preferisco molte cose che qui non ho menzionato a molte pure qui non menzionate. Preferisco gli zeri alla rinfusa che non allineati in una cifra. Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale. Preferisco toccare ferro. Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando. Preferisco considerare persino la possibilità che l’essere abbia una sua ragione. Questa volta tolgo i banchi, metto le sedie in cerchio, chiedo ad ognuno di leggere un verso. Finiamo la prima lettura e iniziamo da capo, due, tre volte, fino a quando il ritmo entra dentro di noi. Poi arrivano carta e penna e i testi si fanno da sé, splendono come corolle, perché conosco la fatica di osare di alcuni studenti. Ecco quindi apparire quasi per magia lunghi elenchi di oggetti preferiti ad altri e d’improvviso prende la parola una signora venezuelana dagli occhi neri e dolcissimi: Preferisco anch’io il cinema alle piattaforme digitali a pagamento Preferisco scegliere Preferisco sognare Preferisco ricordare di me bambina, delle giornate lunghe e assolate in riva al mare, Preferisco il lavoro, quello onesto, alle scorciatoie Preferisco sudare Preferisco studiare sempre e mettermi alla prova Preferisco il blu, quello elegante Preferisco i gatti, silenziosi e superbi, Preferisco il disordine all’ordine finto Preferisco una casa vissuta di odori, colori e suppellettili Preferisco la mia persona di oggi a quella di ieri.
Curiosità: L. Bentini, A.Borri, Leggere per scrivere, Loescher 2016 [/vc_column_text][/vc_column][vc_column][/vc_column][/vc_row]