Atelier, che strana parola

Atelier, che strana parola
[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_column_text] Thanks to Sucrebrut for sharing their work on Unsplash. [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_column_text]Ho avuto la fortuna di conoscere Paolo Senni Guidotti Magnani e Loredana D’Emelio, preside e professoressa in pensione e frequentatori di Badi, il mio paesino montano. Fra una cosa e l’altra, abbiamo sempre parlato di scrittura. Un giorno mi hanno fatto dono di un libro che spesso riprendo in mano, è pieno di post-it, di appunti, di sottolineature. Dal loro lavoro pluridecennale ho tratto ispirazione per istituire L’atelier di scrittura, uno spazio comune in cui si intrecciano dimensioni diverse che alludono all’oralità, alla lettura, all’ascolto, alla creatività, alla testualità, alla creazione, allo spazio fisico. Mi piace l’idea di creare un evento caratterizzato da azione e partecipazione, una sorta di micro-teatro, dove ogni individuo “agisce e dialoga con altri”, progetta, scrive, ascolta e si fa ascoltare. È proprio ciò che vorrei condividere con i miei studenti. Curiosità: A.Bonora, P. Senni, Un micro teatro per la scrittura, San Lazzaro di Savena: TEMI, 2002 [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]